Il termine “Pagliare” nasce dal fatto che questi insediamenti venivano inizialmente utilizzati come depositi del fieno e della paglia e come base per lavorare questi terreni posti ad almeno due ore di cammino dal centro abitato a valle. Gli abitanti del territorio, non trovando sufficienti terreni lavorabili attorno ai paesi, si spingevano verso quote più alte per dissodare i difficili terreni di montagna.
L’infinita pazienza di questi agricoltori rendeva possibile la metamorfosi di una terra difficile e dura, in morbido giaciglio per le sementi, speranza di pane. La stessa rassegnata sapienza guidava nel contempo l’uso della pietra: nascevano case modeste ma forti, in grado di accogliere le famiglia che in estate era completamente coinvolta nelle lavorazioni agricole e nel pascolo del bestiame. In Abruzzo ci sono anche Pagliare in corrispondenza dei paesi di Fagnano e Fontecchio, tutte poste a breve distanza le une dalle altre, ma quelle che disponevano di un maggiore spazio coltivabile erano quelle di Tione degli Abruzzi.
In quelle di Tione è presente anche la piccola chiesa della Madonna di Loreto e una grande cisterna circolare per la raccolta delle acque. Non è difficile immaginare quale operoso alveare dovessero essere le Pagliare di Tione degli Abruzzi prima del boom economico degli anni ’60, quando iniziò il loro progressivo abbandono.
Molte costruzioni sono state ristrutturate per utilizzarle per brevi vacanze estive, per ritrovare se stessi nella natura, per sognare nelle notti stellate una vita a passo di uomo.